Alessia è una ragazza che conosco da poco e anche se ho parlato solo una volta con lei al telefono ho capit che è molto determinata e talentata.
Alessia ha deciso di non arrendersi e costruirsi il proprio futuro all'estero dato che in Italia non aveva alcuna opportunità di crescita. Leggi la sua storia per saperne di più :)
Ciao Alessia, perché hai scelto di studiare grafica e design e quale università hai scelto?
Dopo aver concluso il
liceo classico per essere sincera non sapevo bene cosa fare: mi ero appassionata
alla fotografia e volevo seguire questa inclinazione artistica. Allo stesso
tempo era un territorio totalmente nuovo e non sapevo che tipo di futuro
lavorativo avrebbe potuto offrirmi. Alla fine mi decisi per un indirizzo a metà
tra l’artistico e il tecnico a mio parere: grafica editoriale all’Accademia
delle Belle Arti di Roma. Dopo i primi 3 anni avevo capito cosa mi piaceva
fare, ma anche che l’Accademia non soddisfaceva il mio desiderio di
apprendimento: scelsi di seguire la specialistica all’ISIA di Urbino (PU)
scegliendo il corso di Fotografia Dei Ben Culturali. Questo sì che faceva
proprio al caso mio! Una scuola fantastica, che sceglierei altre mille volte,
tornando indietro.
Come definiresti
l’approccio che hai avuto con i professori?
Sono la classica
rompiscatole che fa mille domande durante le lezioni, da una parte per non
annoiarmi, dall’altra perché sono molto curiosa. Provo sempre ammirazione per
chi riesce a stimolare la mia fantasia, ma difficilmente mi fermo a parlare di
interessi personali con i docenti, perché mi sembra un modo antipatico di
“accalappiare simpatia”. Preferisco, e ci tengo molto, sentire una stima
professionale, mentale.
Consideri che
l’ammontare di libri e materiale da studiare era adeguato?
Si per lo più è sempre
stato adeguato secondo me. Quello che non mi è sembrato adeguato, parlando
dell’accademia di belle arti, è stata la qualità delle informazioni durante le
lezioni: troppo generiche, professori spesso svogliati e poco profondi.
Fortunatamente con qualche eccezione.
Come erano gli esami?
Tanti ma di pochi crediti.
Sembrava quasi di sostenere molte interrogazioni, come al liceo. Ma chiaramente
più sostanziose. Gli esami potevano essere pratici (consegna di lavori),
teorici (domande su libri da studiare) o misti.
Alcuni corsi ti sono
sembrati poco inerenti o inutili per il percorso di laurea che hai scelto?
Secondo me, e ho avuto
modo di sperimentarlo poi con il tempo, nessuna lezione è mai completamente
inutile. Tutto nella vita potrà servirti prima o poi. È bene essere sempre
delle spugne e cercare di imparare da ogni esperienza o corso (a volte anche da
una chiacchiera con il bidello del piano). Sembrerà una banalità ma ne sono
estremamente convinta.
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Come ti sono sembrati
gli esami?
Per il triennio in accademia:
molto blandi, a volte basati sulle simpatie nei confronti dello studente.
Per il biennio: a volte
tosti, quasi delle sfide. Ma si riceveva la preparazione necessaria durante il
corso delle lezioni.
Tornando indietro
cambieresti qualcosa nel tuo percorso?
Probabilmente se dovessi
cominciare tutto da capo, sceglierei un liceo linguistico al posto di quello
classico. O comunque darei molto più spazio allo studio delle lingue.
Come mai hai deciso di
studiare fotografia?
Perché la fotografia è una
forma di comunicazione affascinante, che può, come un discorso, avere vari livelli
di senso ed essere rivolta a tutti. Inoltre credo che la capacità di creare
delle immagini suggestive crei dei deliri di onnipotenza (scherzo, ma non
troppo).
Dove lo hai fatto e come
ti è sembrato il corso?
Ho studiato fotografia sia
al triennio sia alla specialistica, in maniere differenti. Studiando prima,
cosa significava fotografare e quali erano stati gli autori più importanti del
passato. Poi apprendendo la tecnica e praticando in prima persona.
Una volta finito il
percorso di studi cosa hai fatto?
Sono andata a lavorare,
accontentandomi di quello che trovavo pur di avere un minimo di indipendenza
economica.
Come mai sei arrivata
in Danimarca?
Da sempre ho avuto il
desiderio di provare a cercare fortuna all’estero, attratta soprattutto dalla
mentalità dei paesi del nord Europa. Documentandomi per cercare di partire con
un piano, senza tentare fortuna allo sbaraglio, e senza bisogno di un capitale
da investire, ho trovato la risposta nello SVE: servizio di volontariato
europeo. Lo possono fare tutti i cittadini dell’unione europea al di sotto dei
30 anni e per un periodo massimo di 12 mesi. Ci sono molti siti che
sponsorizzano diversi programmi, dal lavoro nelle scuole a quello nei campi: io
scelsi di inviare il mio curriculum per fare grafica a Copenaghen. Porta Nuova Europa è l’agenzia
italiana che ha fatto da tramite tra me e il corrispondente danese.
Un’esperienza che consiglio vivamente a tutti.
Quali sono state le
prime impressioni?
Sono arrivata qui da un
mese e per il momento mi sembra che effettivamente si respiri un clima meno
teso, una vita non gravata dall’ansia della ricerca del parcheggio o dalla
scelta di “cosa mi metto per uscire”. Si respira un’aria più libera da
convenzioni sociali. Ovviamente la patria italiana ha i suoi pregi, dal cibo
alle calde spiagge, ma per ora la mia ricerca è quella di dare priorità alla
mia carriera lavorativa. Non so ancora come andranno le cose, ma vale la pena
provare.
Come ti sembra
l’esperienza che vivi al momento?
Una delle migliori della
mia vita. Sto facendo ciò che mi piace in un posto dove si vive più rilassati e
dove c’è sia natura da esplorare, sia possibilità di divertirsi. Senza
rischiare nulla, poiché tutelata dal programma SVE (è prevista anche
un’assistenza sanitaria). Magari potesse durare più a lungo!
Hai intenzione di rimanere?
Ho intenzione di provare
ad integrarmi e cercare di costruirmi un futuro a partire da qui. Poi chissà…
Un anno fa non avrei immaginato di essere a Copenaghen, del resto.
Quale è il tuo sogno?
Essere pagata per fare un
lavoro che mi piace. Avere la gratificazione di tornare a casa e pensare, prima
di andare a dormire: “oggi sono stata brava, ho fatto quello che potevo e l’ho
fatto bene: ho vissuto.” E poi viaggiare, scoprire il mondo, avere sempre nuove
avventure. Imparare ogni giorno qualcosa di diverso. Il mio sogno è vivere
sempre ispirata ed emozionata dalla vita.
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