Trasferimento in Danimarca: la storia di Alessia



Alessia è una ragazza che conosco da poco e anche se ho parlato solo una volta con lei al telefono ho capit che è molto determinata e talentata. 
Alessia ha deciso di non arrendersi e costruirsi il proprio futuro all'estero dato che in Italia non aveva alcuna opportunità di crescita. Leggi la sua storia per saperne di più :)


Ciao Alessia, perché hai scelto di studiare grafica e design e quale università hai scelto?
Dopo aver concluso il liceo classico per essere sincera non sapevo bene cosa fare: mi ero appassionata alla fotografia e volevo seguire questa inclinazione artistica. Allo stesso tempo era un territorio totalmente nuovo e non sapevo che tipo di futuro lavorativo avrebbe potuto offrirmi. Alla fine mi decisi per un indirizzo a metà tra l’artistico e il tecnico a mio parere: grafica editoriale all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Dopo i primi 3 anni avevo capito cosa mi piaceva fare, ma anche che l’Accademia non soddisfaceva il mio desiderio di apprendimento: scelsi di seguire la specialistica all’ISIA di Urbino (PU) scegliendo il corso di Fotografia Dei Ben Culturali. Questo sì che faceva proprio al caso mio! Una scuola fantastica, che sceglierei altre mille volte, tornando indietro.
Foto scattata da Alessia

Come definiresti l’approccio che hai avuto con i professori?
Sono la classica rompiscatole che fa mille domande durante le lezioni, da una parte per non annoiarmi, dall’altra perché sono molto curiosa. Provo sempre ammirazione per chi riesce a stimolare la mia fantasia, ma difficilmente mi fermo a parlare di interessi personali con i docenti, perché mi sembra un modo antipatico di “accalappiare simpatia”. Preferisco, e ci tengo molto, sentire una stima professionale, mentale.

Consideri che l’ammontare di libri e materiale da studiare era adeguato?
Si per lo più è sempre stato adeguato secondo me. Quello che non mi è sembrato adeguato, parlando dell’accademia di belle arti, è stata la qualità delle informazioni durante le lezioni: troppo generiche, professori spesso svogliati e poco profondi. Fortunatamente con qualche eccezione.

Come erano gli esami?
Tanti ma di pochi crediti. Sembrava quasi di sostenere molte interrogazioni, come al liceo. Ma chiaramente più sostanziose. Gli esami potevano essere pratici (consegna di lavori), teorici (domande su libri da studiare) o misti.

Alcuni corsi ti sono sembrati poco inerenti o inutili per il percorso di laurea che hai scelto?
Secondo me, e ho avuto modo di sperimentarlo poi con il tempo, nessuna lezione è mai completamente inutile. Tutto nella vita potrà servirti prima o poi. È bene essere sempre delle spugne e cercare di imparare da ogni esperienza o corso (a volte anche da una chiacchiera con il bidello del piano). Sembrerà una banalità ma ne sono estremamente convinta.
Foto scattata da Alessia

Come ti sono sembrati gli esami?
Per il triennio in accademia: molto blandi, a volte basati sulle simpatie nei confronti dello studente.
Per il biennio: a volte tosti, quasi delle sfide. Ma si riceveva la preparazione necessaria durante il corso delle lezioni.

Tornando indietro cambieresti qualcosa nel tuo percorso?
Probabilmente se dovessi cominciare tutto da capo, sceglierei un liceo linguistico al posto di quello classico. O comunque darei molto più spazio allo studio delle lingue.

Come mai hai deciso di studiare fotografia?
Perché la fotografia è una forma di comunicazione affascinante, che può, come un discorso, avere vari livelli di senso ed essere rivolta a tutti. Inoltre credo che la capacità di creare delle immagini suggestive crei dei deliri di onnipotenza (scherzo, ma non troppo).

Dove lo hai fatto e come ti è sembrato il corso?
Ho studiato fotografia sia al triennio sia alla specialistica, in maniere differenti. Studiando prima, cosa significava fotografare e quali erano stati gli autori più importanti del passato. Poi apprendendo la tecnica e praticando in prima persona.

Una volta finito il percorso di studi cosa hai fatto?
Sono andata a lavorare, accontentandomi di quello che trovavo pur di avere un minimo di indipendenza economica.

Come mai sei arrivata in Danimarca?
Da sempre ho avuto il desiderio di provare a cercare fortuna all’estero, attratta soprattutto dalla mentalità dei paesi del nord Europa. Documentandomi per cercare di partire con un piano, senza tentare fortuna allo sbaraglio, e senza bisogno di un capitale da investire, ho trovato la risposta nello SVE: servizio di volontariato europeo. Lo possono fare tutti i cittadini dell’unione europea al di sotto dei 30 anni e per un periodo massimo di 12 mesi. Ci sono molti siti che sponsorizzano diversi programmi, dal lavoro nelle scuole a quello nei campi: io scelsi di inviare il mio curriculum per fare grafica a Copenaghen. Porta Nuova Europa è l’agenzia italiana che ha fatto da tramite tra me e il corrispondente danese. Un’esperienza che consiglio vivamente a tutti.

Quali sono state le prime impressioni?
Sono arrivata qui da un mese e per il momento mi sembra che effettivamente si respiri un clima meno teso, una vita non gravata dall’ansia della ricerca del parcheggio o dalla scelta di “cosa mi metto per uscire”. Si respira un’aria più libera da convenzioni sociali. Ovviamente la patria italiana ha i suoi pregi, dal cibo alle calde spiagge, ma per ora la mia ricerca è quella di dare priorità alla mia carriera lavorativa. Non so ancora come andranno le cose, ma vale la pena provare.

Come ti sembra l’esperienza che vivi al momento?
Una delle migliori della mia vita. Sto facendo ciò che mi piace in un posto dove si vive più rilassati e dove c’è sia natura da esplorare, sia possibilità di divertirsi. Senza rischiare nulla, poiché tutelata dal programma SVE (è prevista anche un’assistenza sanitaria). Magari potesse durare più a lungo!

Hai intenzione di rimanere?
Ho intenzione di provare ad integrarmi e cercare di costruirmi un futuro a partire da qui. Poi chissà… Un anno fa non avrei immaginato di essere a Copenaghen, del resto.

Quale è il tuo sogno?
Essere pagata per fare un lavoro che mi piace. Avere la gratificazione di tornare a casa e pensare, prima di andare a dormire: “oggi sono stata brava, ho fatto quello che potevo e l’ho fatto bene: ho vissuto.” E poi viaggiare, scoprire il mondo, avere sempre nuove avventure. Imparare ogni giorno qualcosa di diverso. Il mio sogno è vivere sempre ispirata ed emozionata dalla vita.


Foto scattata da Alessia
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